Nobel agli inventori delle batterie al litio

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Il Nobel per la Chimica 2019 è stato assegnato a John B. Goodenough, M. Stanley Whittingham e Akira Yoshino, inventori delle batterie agli ioni di litio.

Dai telefonini ai computer portatili, fino a gran parte dei modelli di auto elettriche in commercio: le batterie al litio sono presenti più di quanto possiamo immaginare nella nostra vita quotidiana.

Con queste motivazioni la Royal Swedish Academy of Sciences di Stoccolma ha assegnato il Nobel per la Chimica a ​John Goodenough, Stanley Whittingham e Akira Yoshino

“per lo sviluppo delle batterie a ioni di litio che hanno rivoluzionato le nostre vite e sono in tutti i cellulari, laptop e veicoli elettrici.”

I vincitori riceveranno una quota identica del premio di 9 milioni di corone svedesi (circa 825 mila euro).

Goodenough è anche il più anziano vincitore di un Premio Nobel con i suoi 97 anni, lavora all’università del Texas a Austin, mentre Whittingham lavora alla State University of New York ed ha 78 anni.

Akira Yoshino, invece, lavora presso la Asahi Kasei Corporation di Tokyo e la Meijo University di Nagoya, in Giappone.

I tre vincitori parteciperanno alla cerimonia di conferimento dei premi a Stoccolma il prossimo 10 dicembre.

La storia delle batterie al litio

Se le batterie agli ioni di litio sono il tipo di batteria ricaricabile fra i più diffusi nell’elettronica di consumo lo si deve proprio a Whittingham, Goodenough e Yoshino.

La ricerca che ha portato alle batterie ricaricabili agli ioni di litio è cominciata durante la crisi petrolifera degli anni Settanta.

In sintesi, all’inizio degli anni ’70, Whittingham sviluppò la prima batteria al litio funzionale e John Goodenough la rese più potente e utile.

Akira Yoshino, infine, le ha fatte funzionare usando ioni di litio piuttosto che litio puro, rendendo queste batterie più sicure, più pratiche, più leggere e funzionali.

Oggi, le batterie agli ioni di litio possono essere costruite in una vasta gamma di forme e dimensioni in modo da riempire efficientemente gli spazi disponibili nei dispositivi che le utilizzano.

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Sono anche più leggere delle equivalenti fabbricate con altri componenti chimici.

Tutto questo ha permesso il balzo in avanti delle auto elettriche,con batterie meno pesanti e più capienti, arrivando a raggiungere autonomie che possono superare i 500 chilometri.

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Degrado e scarsità

Le batterie Li-ion non soffrono dell’effetto memoria.

Hanno anche un basso tasso di auto-scarica, circa il 5% mensile, rispetto all’oltre 30% mensile delle batterie all’idruro metallico di nichel e al 20% mensile di quelle al nichel-cadmio, ma soffrono di una lenta perdita permanente di capacità.

Questo tipo di batteria infatti presenta un degrado progressivo anche se non viene utilizzata: ha una durata di conservazione fissa, a partire dal momento della fabbricazione, indipendentemente dal numero di cicli di carica e scarica.

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Il litio poi non si trova facilmente: l’85% del litio disponibile viene dai giacimenti nel triangolo andino sudamericano (Bolivia, Argentina e Cile), dove l’estrazione è complessa e non è particolarmente incentivata.

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