Perché la nostra privacy è sotto attacco
Negli ultimi 30 anni, il web ha trasformato il nostro mondo e ora trascorriamo molto più tempo online. La rivoluzione Internet ha portato sicuramente molte cose positive, ma un’importante libertà (la nostra privacy) è ogni giorno in pericolo.
Modello di business delle aziende Internet
Per capire perché la nostra privacy è in pericolo dobbiamo capire il sistema economico che alimenta molti dei giganti di internet di oggi.
Chiunque abbia una connessione Internet può leggere le ultime notizie, ascoltare la propria musica preferita, chattare con gli amici e cercare qualsiasi cosa online – tutto gratis.
In apparenza.
È vero, non stiamo pagando per questi servizi che sono diventati essenziali nelle nostre vite digitale ma questa gratuità è vera?
Come fanno le aziende a permettersi di pagare salari generosi e costruire campus spettacolari in alcune delle parti più importanti e costose aree del mondo?
Capitalizzando i tuoi dati.
Eric Schmidt, CEO di Google nel 2010, disse :”Sappiamo dove sei. Sappiamo dove sei stato. Possiamo più o meno sapere a cosa stai pensando.”
Per avere un’idea della posta in gioco, tutti i giganti di internet hanno proventi da pubblicità (Yahoo, Google, Facebook, ecc.ecc).
Implicazioni della pubblicità
Gli annunci pubblicitari sono più efficaci e quindi più apprezzati quando sono indirizzati a determinati consumatori in determinati periodi.
Ad esempio, una società di videogiochi pagherebbe di più per mostrare i propri annunci ai giocatori. Tuttavia, un annuncio ancora migliore se è indirizzato a qualcuno che sta cercando giochi. Naturalmente, le aziende che dipendono principalmente da modelli di business pubblicitari sono motivate a tracciare, salvare e imparare il più possibile dai comportamenti dei propri utenti.
Sotto pressione per raggiungere obiettivi di profitto, queste aziende continueranno a spingere i confini della privacy e ad aumentare la loro sorveglianza su tutto ciò che facciamo per ottenere un vantaggio pubblicitario.
E i “Big Data” ?
Mentre le entrate pubblicitarie sono la motivazione sempre più forte per ridurre la nostra privacy, la tecnologia dei big data (intesa come servizi storage sempre più economiche e più efficienti) consentono alle aziende di salvare ogni tipo di dati che noi stessi forniamo.
A titolo di esempio: la nostra cronologia di navigazione, le nostre coordinate GPS e anche i nostri la battitura di testi sulla tastiera mentre scriviamo una e-mail possono essere salvate.
Tutto ciò consente di ancora di più di mettere a rischio la nostra privacy.
Riconoscimento facciale e impronte digitali.
Ora proviamo ad immaginare le nuove tecnologie di riconoscimento facciale e impronte digitali che ormai sono entrati prepotentemente nel nostro uso quotidiano, sempre più precisi e funzionali.
Sarà inevitabile la possibilità di combinare i nostri dati da fonti disparate e dedurre cose piuttosto sorprendenti sulla nostre preferenze e gusti.
I nostri dati più intimi potranno essere catalogati, studiati, assemblati per offrirci un prodotto o un servizio quando ne abbiamo bisogno, o addirittura un attimo prima che nasca il nostro bisogno.
Questo non è incredibile? Ognuno di noi consapevole di questa realtà dovrà fare attenzione e trarne le corrette conclusioni.
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