Come lo smartphone può aiutarci in situazioni di pericolo. “ELS” “HELO” e “AML” cosa sono e come funzionano
Ero in vacanza questa estate e durante uno dei tanti telegiornali trasmessi in tv è arrivata la notizia che un ragazzo francese, Simon Gautier 27 anni, risultava disperso tra le montagne del Cilento, in Campania. Purtroppo, dopo qualche giorno, il 18 agosto, il ragazzo è stato trovato morto in una zona impervia nel comune di San Giovanni a Piro nel Cilento, dopo 9 (nove !) giorni di ricerche.
Durante la cronaca di quei giorni mi colpii però una notizia. Il ragazzo, appena accaduto l’incidente, ebbe la forza di effettuare una chiamata con il suo cellulare. Poche parole, inviate al 112, che però non bastarono a salvargli la vita, e nemmeno a facilitare il suo ritrovamento visto che ci vollero più di 9 giorni.
Mi misi così a cercare su internet informazioni circa i sistemi di salvataggio e invio di allarme e, con grande stupore, scoprii che con il nostro smartphone possiamo salvare la vita nostra e degli altri. Vediamo come.
L’importanza di un servizio che salva la vita
Avere a disposizione un servizio che in automatico comunica con il centro emergenze e condivide i dati relativi alla tua posizione di chi sta chiedendo aiuto può letteralmente salvare la vita.
Le telefonate al 112 (o al 118) sono effettuate da chi è in stato di emergenza e spavento. Il soggetto che chiama dimentica puntualmente di dire dove si trovi, raccontando unicamente cosa stia accadendo, magari anche in modo confuso.
In alcuni casi chi telefona potrebbe non avere la forza fisica ed il tempo necessario per rendere nota la sua esatta posizione geografica. Tutte situazioni in cui l’intervento tempestivo dei soccorsi può evitare il peggio.
Ultimo dato, ma non meno importante, nella maggior parte dei casi le chiamate di emergenza partono da un cellulare.
Cosa hanno fatto Google e Apple negli USA
Sia Google (nel 2016 ! con ELS Emergency Location Service) che Apple (qualche anno dopo con HELO)) hanno implementato delle features nei rispettivi sistemi operativi (Android e iOS) che combinano automaticamente i dati relativi alla posizione GPS associandoli ad una chiamata di emergenza. Il tutto però deve essere supportato dalla infrastruttura e, negli USA, questo risultato è stato raggiunto grazie ad un accordo con T-Mobile.
Quindi, negli Stati Uniti, effettuando una chiamata di emergenza con uno smartphone android o iOS al numero unico nazionale 911, si trasmette in automatico anche la posizione del chiamante, facilitando non poco la ricerca e il salvataggio.
La situazione in Europa
L’Unione Europea ha riconosciuto recentemente il 112 come Numero Unico per le Emergenze (NUE) da contattare in qualsiasi paese UE in caso ci sia bisogno di aiuto.
Il centralino risponde alla telefonata e smista alle diverse centrali operative l’eventuale richiesta di intervento.
L’utilizzo del 112 come NUE necessita di una infrastruttura che permetta al sistema di funzionare, e questo compito è chiaramente delegato agli Stati membri.
Ad oggi il servizio è attivo in Austria, Belgio, Regno Unito, Olanda, Finlandia, Irlanda, Lituania, Estonia e Slovenia. Fuori dalla Ue è possibile utilizzarlo in Norvegia, Islanda, Moldavia, Emirati Arabi Uniti, Nuova Zelanda e Stati Uniti.
La situazione in Italia: come funziona la geolocalizzazione
In Italia la gestione del NUE 112 è affidato alle Regioni, che però non tutte hanno attivato a pieno.
Sul nostro territorio – ovunque sia attivo il NUE – è possibile geolocalizzare la provenienza delle chiamate effettuate da numerazioni di telefonia mobile e fissa.
Nel caso la telefonata provenga da un numero di rete fissa, l’operatore risale all’indirizzo tramite il controllo dell’intestatario del numero telefonico.
Invece, se la chiamata è effettuata da un telefono cellulare, la posizione viene individuata tramite la cella telefonica a cui è “agganciato” il cellulare chiamante. Il problema è che una cella copre un raggio di circa 3km. e quindi la localizzazione del chiamante è dispersa su una area piuttosto ampia, anzi troppo ampia.
Non esiste al momento una struttura in grado di far funzionare ELS (Google) ed HELO (Apple) come accade negli USA.
Prospettive per il prossimo futuro?
L’Europa si è già mossa in questa direzione. Sarà operativa nella prima metà del 2020 la tecnologia denominata “Localizzazione Mobile Avanzata” o “Advanced Mobile Location” (Aml) che permetterà ad uno smartphone (Android 4.0+ e iPhone iOS 11.3+) di riconoscere una chiamata verso un numero di emergenza e di attivare il GPS inviando le coordinate geografiche ai servizi di soccorso via Sms con una precisione di pochi metri (circa 56…).
La tecnologia Aml (chiamata Emergency Location Service o ELS/HELO per Google/Apple) è già integrata nei sistemi operativi e quindi l’utente non deve fare nulla per attivarlo.
Dobbiamo solo sperare nella rapida attuazione da parte delle Regione del NUE 112 integrato dai sistemi AML/ELS/HELO.
Quale alternativa abbiamo oggi? L’app ufficiale “Where Are U”
In attesa che Aml sia operativo su tutto il territorio nazionale possono essere usate come alternative due applicazioni per smartphone in grado di inviare la posizione alle centrali dei servizi di emergenza: la prima si chiama Where are U, è gratuita e funziona in tutte le aree dove è attivo il numero unico di emergenza 112 (non solo in Italia ma anche in Europa nei Paesi sopra elencati)
Questa app funziona anche in altri Paesi fuori dall’Unione Europea, per esempio negli Stati Uniti l’applicazione contatterà in automatico il 911.
L’altra app è GeoResQ gestita dal Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (Cnsas) e promossa dal Club alpino italiano (Cai).
Risulta scaricata da oltre 50mila utenti. L’installazione è gratuita, ma il servizio dopo gli iniziali 15 giorni di prova, è a pagamento con un costo annuale di 24,4 €.
Conclusioni
Riporto le parole di Balzanelli, presidente del 118: “Simon (Gautier) si poteva salvare ma il 112 in Italia è un flop. Un ritardo “insostenibile” quello dell’attivazione del NUE e del sistema di geolocalizzazione della chiamata prevista come obbligatoria dalla Direttiva Europea”.
Attendiamo al più presto l’attivazione di questo importante servizio.